Il potere della noia
Federico ha 9 anni e frequenta la classe quarta della scuola primaria. La sua vita assomiglia a quella di tanti bambini della sua età.
07.30: sveglia e colazione, guardando un po’ di tv o giocherellando con il tablet
07.55: tutti pronti ad uscire di casa, tra urla, corse, minacce e paura di fare tardi
In ritardo rispetto alla tabella di marcia
08.20: davanti alla scuola. Il cancello si sta chiudendo. Federico sotto lo sguardo interdetto della bidella, che fa segno all’orologio sul polso per indicare il ritardo, entra in classe.
Tutto è pronto per l’inizio delle lezioni, che finiranno puntualmente alle 16:15.
Dopo le otto ore di scuola la settimana di Federico è piena di impegni:
lunedì catechismo
martedì lezione di inglese con insegnante privato
mercoledì allenamenti di basket
giovedì piscina
venerdì allenamenti di basket
sabato gli scout
domenica (forse) riposo
Il tutto inframmezzato da programmi tv, videogiochi, smartphone e tablet, YouTube
È già lunedì e si ricomincia…
E il tempo per i compiti?
La sera tardi! Dopo essere rientrati da un pomeriggio ricco di attività o in auto al mattino nel tragitto per andare a scuola.
Come vi siete sentiti a leggere la settimana di Federico?
In questa organizzazione dov’è il tempo per annoiarsi e per pensare?
La frenesia del quotidiano
Viviamo in un’epoca frenetica. Siamo costantemente bombardati da stimoli di diversa natura. Viviamo il “nostro tempo” con una precisa organizzazione, dove ogni ora è scandita da attività e impegni di vario genere. Attraversiamo il tempo senza viverlo pienamente.
Tanti bambini come Federico dopo la scuola hanno una “agenda” piena di impegni che sottrae loro una tra le cose più importanti della vita: il tempo.
Dov’è il tempo per la noia?
Dov’è il tempo per annoiarsi da soli o con gli amici?
Ma andiamo con ordine.
Che cos’è la Noia?
Generalmente la noia è vista come uno stato d’animo negativo da cui fuggire, un concetto al quale diamo, spesso, una connotazione negativa.
Un vuoto da colmare con cose da fare divertenti o utili.
Per verificare quanto sia fondata questa affermazione, provate a pensare a un lungo viaggio in treno, oppure alle estenuanti attese nelle sale di aspetto del medico di base. E ancora alle code in cassa al supermercato. Chi non si lascia tentare dal prendere il proprio smartphone per navigare distrattamente online, controllare le notizie di Facebook o verificare la ricezione di una mail?
Sicuramente tutti abbiamo sperimentato questo tipo di esperienza, proprio perché la noia è spesso vissuta come un momento di vuoto difficile da tollerare.
Perché fuggiamo dalla noia?
Perché la noia è uno stato d’animo da cui prendere le distanze e da colmare con ogni tipo di attività possibile?
Forse la risposta sta nel fatto che i momenti di vuoto, di silenzio, ci riportano inevitabilmente a un contatto intimo con noi stessi, a fare i conti con ciò che ci manca, con i nostri bisogni e desideri, con il nostro mondo interiore. Non siamo più abituati a vivere in maniera positiva i momenti introspettivi. Quasi sembra una perdita di tempo.
Di qui la necessità di fare, fare e ancora fare che ci allontana sempre di più dal sentire. Un sentire che porta a una presa di consapevolezza che ci dà potere, certo, ma che spaventa, in quanto ci riporta a un piano di responsabilità.
Se non sento ciò che mi manca, non dovrò neanche impegnarmi a ricercare il modo più nutriente per colmare questa mancanza. Non mi assumerò il rischio di scegliere con cosa riempire questo vuoto.
Ecco perché è più facile rimanere in superficie, impegnati in mille attività che ci anestetizzano, omologano e deresponsabilizzano.
Per questo motivo sentire un bambino dire “Uffa che noia” ed ancora “Non so cosa fare” per un genitore diventa un problema da risolvere nell’immediato, rispondendo prontamente con soluzioni preconfezionate e proposte di attività, come parco giochi, smartphone, YouTube, internet, tv e tanto altro.
L’importanza della noia
La noia, al contrario di quanto si possa pensare, è come tutte le altre emozioni. Possiede importanti funzioni adattive per ciascun individuo. Offre infatti uno “spazio vuoto” libero da stimoli esterni che ci consente di entrare in contatto con il nostro mondo interiore, di sviluppare la nostra creatività e capacità di problem solving e di nutrire le nostre giornate frenetiche con momenti di pausa calmi e rilassanti.
E questo vale anche per i più piccini.
È di fondamentale importanza, infatti, offrire ai bambini la possibilità di sperimentare “tempi morti” e “spazi vuoti” da riempire con la fantasia. È necessario dar loro la possibilità di contattare le sensazioni negative che scaturiscono da questo vuoto affinché, da soli, possano trovare le strategie e modalità più efficaci e nutrienti per superarle.
In questi momenti è importante lasciare i bambini da soli per qualche minuto, magari distesi sul pavimento della cameretta o sull’erba in giardino a contemplare il cielo, senza cedere alla tentazione di offrire loro soluzioni alternative. Questo risulterà il modo migliore per permetter loro di aprire le porte della fantasia.
La stanzetta si potrà quindi trasformare in una fitta giungla da esplorare. Il giardino di casa in una cucina dai mille ingredienti da combinare (si tratta dei giochi simbolici, fondamentali per sviluppare una piena consapevolezza di sé e degli altri).
Per concludere
“Sentire” la noia è importante nello sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini (e non solo) perché permette di trasformare quel tempo in uno spazio positivo e costruttivo da esplorare.
Provare per credere.
E voi cosa ne pensate? Qual è il vostro rapporto con la noia?
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